La Commedia di Dante, una delle opere più importanti della letteratura di tutti i tempi, è endiadi di poesia e scienza. Certamente la cultura scientifica di Dante è vasta per i suoi tempi; essa è talmente fusa nel discorso poetico che non disturba l’orecchio e la mente del lettore; essa non è espressione di mera conoscenza, ma rientra sempre nel concetto del poeta di leggere unitariamente il mondo e le sue espressioni; e di sicuro essa è la manifestazione più alta della scienza del Medioevo, frutto di non poche letture di una cultura scientifica non solo europea, ma anche araba, conosciuta attraverso le traduzioni latine delle opere o dalla frequentazione, come appare dalle ultime ipotesi di ricerche, di musulmani residenti in paesi dell’Italia settentrionale. Tuttavia la parte scientifica dell’opera, quella che rientra più propriamente sotto la voce di scienza tout court, ha avuto in genere una minore frequentazione critica rispetto all’universo poetico. Essa, infatti, risulta scarsamente frequentata dal critico letterario, mentre è stata oggetto di studio da parte di scienziati di ieri e del nostro tempo. In queste lezioni viene, pertanto, proposta non solo la poesia presente nel percorso che il poeta-personaggio Dante ha tracciato nella sua opera quale viaggio dall’umano al "divino", ma anche la scienza come anticipazione di risultati scientifici raggiunti dai nostri studi ed evidenziati attraverso il ricorso a matematici e fisici del Novecento. In tal modo la Commedia riesce meglio a suggerire al lettore il valore del pensiero dantesco offrendo ai lettori del XXI secolo un esempio di come la poesia e la scienza non devono vivere in “camere separate”, ma costituiscono l’unità del sapere universale.